A Chieri gli alpini si vedono per la prima volta nel 1915, anno in cui fu costituito nella nostra città il Battaglione di milizia mobile “Monte Assietta”, che venne accasermato in Via S. Giorgio 17, in quella che fu poi la sede dei ”combattenti”, casa sulla quale è posta la lapide in memoria della fondazione. 

 

Sono presenti numerose testimonianze di chieresi che, dai campi di battaglia della Grande Guerra, scrivevano insieme al giornale locale per dare loro notizie e tranquillizzare amici e parenti.

Gli alpini chieresi pagano un altro tributo di sangue al conflitto mondiale: 42 caduti sui totali 94 della Città.

Costituzione della Congrega Alpina e del Gruppo

 

 

Finita la guerra, dal settembre 1919 i sopravvissuti si frequentano regolarmente, ma solo nel 1923, visto lo statuto dell’ANA, decidono di dare veste ufficiale alla Congrega alpina e di fondare una Sezione che raccoglie tutti gli alpini del chierese. In primis furono poche decine, ma poi in un paio di anni si arriva al centinaio di iscritti.

Alpini nel 1919

 

Tessera ANA 1924

Per problemi di lavoro e personali però non sempre si riesce ad andare alle riunioni a Milano e così nel 1929 si ripiega sulla costituzione, meno impegnativa, di un Gruppo affiliato alla Sezione di Torino. Il gruppo ha subito vita difficile nei rapporti col regime, tanto che si arriva alle dimissioni in massa del direttivo, bloccate senza esitazione del Presidente sezionale che invece rafforza lo spirito aggregativo alpino avocando a se i rapporti con il partito da cui (art. 2 dello Statuto) dipende direttamente il “10° reggimento alpini” (nuova denominazione dell’ANA), con la Sezione che è “battaglione”, la zona del chierese “compagnia” e il nostro gruppo che diventa un “plotone”. 

Sono questi comunque periodi di grande partecipazione alla vita sociale ed alle adunate (convegni) nazionali: 125 alpini chieresi sui 180 iscritti vanno a Roma nel 1929, 187 sono a Trieste nel 1930, addirittura 230 sui 301 soci sono a Napoli nel 31. Nel 1934 si festeggia il decennale di fondazione con lo scoprimento della lapide al Battaglione “Assietta” e con un festoso raduno che vede presenti gli alpini in armi, autorità e i rappresentanti dei Gruppi alpini dei paesi vicini, allora in via di costituzione per gemmazione dal nostro e di cui ci facemmo spesso promotori e “padrini”.

Chieri, città alpina nel 2° Conflitto Mondiale

Anche nel secondo conflitto mondiale gli alpini chieresi, che per effetto del reclutamento territoriale si ritrovano in genere nel 3° Alpini - Btg. Fenestrelle, sono chiamati a pagare un altro sacrificio in vite umane con 20 caduti. 

Il Gruppo dal Dopo-guerra a oggi

I reduci si riuniscono ben presto con i superstiti della prigionia e nel 1949 si ritrovano per onorare i nostri caduti e per stringersi attorno ai commilitoni del battaglione “Assietta”, mantenutosi compatto anche dopo l’ 8 settembre 43. 

Cinque anni dopo si festeggia il 30° anniversario con un’imponente adunata cui partecipano le rappresentanze militari, autorità e 23 gagliardetti di gruppi vicini o con cui i chieresi avevano particolarmente legato in tempo di pace e di guerra. Il decano del Gruppo è l’alpino Matteo Berrino (classe 1874), che sfila ancora con il suo cappello rigido “alla calabrese”, quello dei tempi della fondazione del corpo. 

Ogni cinque anni si fa così “festa granda” a cui si abbina in genere il ritrovo dei reduci del Btg. “Assietta”. Nel 1959 si organizza l’abbellimento delle vetrine cittadine: un manifesto ben evidenzia il perché dei nostri ritrovi con la frase: “Ci raduniamo perché ci vogliamo bene”. 

Nel 1964, per il 40° di fondazione, di fronte ai rappresentanti di tutte le Città e Comuni piemontesi che hanno dato il nome a Reparti alpini viene inaugurato e donato alla Città il monumento all’Alpino posto nei giardini di Porta Garibaldi. Fanno corona alla manifestazione fanfare e reparti in armi, le più alte autorità regionali, i vessilli e gagliardetti di 54 Sezioni e Gruppi ANA e le rappresentanze di tutte le Associazioni d’Arma. Nel 1969 il 45° è invece celebrato con la consegna di 21 medaglie commemorative ad altrettanti soci viventi, reduci della 1° guerra mondiale. 

Per il 50° di fondazione viene inaugurata la “Via dell’onore” ai giardini di Porta Garibaldi. Essa inizia con due colonne riportanti i nomi dei luoghi delle epiche “passioni” alpine, dal M. Rajo (Campagna di Abissinia) al Vajont e termina al monumento all’Alpino. 

Nel 1979 si dona un rene artificiale all’Ospedale di Chieri; nel 1984 si attrezza l’ambulatorio del “Cottolengo”, e si tiene vivo il ricordo dei nostri caduti con la mostra “Storia alpina di Chieri”, ricordo mai sopito grazie ai pellegrinaggi sui luoghi della nostra sofferenza bellica e presso i Sacrari e i cimiteri di guerra. 

Nel 1989 si donano arredi alle case di riposo e per festeggiare il 70° di fondazione si acquisisce un pulmino per trasporto disabili che viene regalato alla ASL. Prosegue così l’ impegno morale e materiale a favore dei più deboli, attività che fu sintetizzata dall’allora Capo Gruppo "Pippo" Ghirardi con la frase “Onorare i morti aiutando i vivi”. 

Con tale spirito viene costituita nel 1999 della squadra di protezione civile che interviene nelle successive ricorrenti emergenze e proseguono le iniziative di aiuto alla la comunità chierese e non. 

Questo è il nostro modo di dare attuazione ai principi solidali che i nostri vej ci hanno indicato come la più vera testimonianza del miglior spirito alpino. Resta un impegno preso anche per il futuro. 

Contenuti aggiuntivi della Storia

Sono ancora con noi - Galleria sui Caduti Alpini Chieresi nei 2 Conflitti mondiali e sui soci andati avanti. Per i caduti dei conflitti sono presenti informazioni sui luoghi di sepoltura, anche di altri Combattenti Chieresi e del circondario ritrovate nell'analisi delle liste dei cimiteri

Aquile nella bufera - ebook della versione originale stesa da Massimo Berutti, attualmente esaurita

Alpini illustri - I nostri Decorati con le motivazioni alla medaglia

Note Storiche - Alcune note, memoriali sulla vita militare alpina del Chierese